Il suo utilizzo è, in qualche modo, sinonimo di benessere. L’acido ialuronico, infatti, trova impiego nella medicina estetica per migliorare l’aspetto della pelle, ma anche nel campo dell’ortopedia e della chirurgia (soprattutto sportiva) per trattare articolazioni affette da artrite, artrosi, o danneggiate da infortuni o traumi. Come si produce l’acido ialuronico?

Pur essendo un prodotto naturale presente in tutti gli animali vertebrati, oggi la produzione in laboratorio di acido ialuronico avviene principalmente tramite processi di fermentazione batterica.

Questo permette di ricavare una sostanza di alta qualità, con caratteristiche specifiche in base all’utilizzo che se ne dovrà fare, e adatta anche a persone che abbiano scelto uno stile di vita vegano.

Scopriamo di più sulle tecniche di produzione e su come l’acido ialuronico viene prodotto nei laboratori per raggiungere le cliniche e i centri estetici di tutto il mondo.

Leggi anche: Come massaggiare le labbra dopo le iniezioni di acido ialuronico

La struttura chimica dell’acido ialuronico

L’acido ialuronico è, come abbiamo visto, un fondamentale tassello per la composizione del derma, nel caso della pelle, e del tessuto connettivo. Lo troviamo nel liquido sinoviale, quella sostanza gelatinosa che ci consente di muovere le articolazioni senza provare dolore, ed ha proprietà antinfiammatorie e rigenerative. Infine, protegge dall’ingresso di batteri e virus nel corpo.

Chimicamente, è classificato come glicosaminoglicano (GAG). Sono sequenze di acido glicuronico e N-acetilglucosamina, due zuccheri semplici, che si ripetono formando delle catene.

La lunghezza delle catene è quella caratteristica che determina il peso molecolare dell’acido ialuronico, fondamentale per attribuire a quale uso sarà destinato. In base ai trattamenti, alla localizzazione e al risultato richiesto, si prediligerà, ad esempio, un acido ialuronico a basso peso molecolare, mentre in altri casi di opterà per un peso molecolare maggiore.

Come si produce l'acido ialuronico in laboratorio | Ialuronico Milano

Acido ialuronico: come si produce in laboratorio

La scoperta dell’acido ialuronico è abbastanza recente. Era il 1934 quando Karl Meyer e il suo assistente John Palmer isolarono per la prima volta questa sostanza dal corpo vitreo di un bovino. Da allora il suo utilizzo è stato studiato e sempre più ampliato, fino a tutti i campi medici ed estetici che conosciamo oggi.

All’inizio veniva estratto dal cordone ombelicale umano, poi si passò alle creste di gallo, una parte anatomica incredibilmente ricca di questa sostanza.

Ma come si produce l’acido ialuronico oggi in laboratorio?

Il problema dell’estrazione naturale è, ovviamente, la possibile contaminazione e le necessarie azioni di purificazione.

È necessario assicurarsi che non possa avvenire la trasmissione di eventuali virus o sostanze estranee, che potrebbero risultare nocive per l’organismo del paziente al quale viene iniettato. Ecco perché oggi si tendono a preferire tecniche di produzione diverse, tra cui la fermentazione batterica, che permette di ottenere un prodotto totalmente puro.

Vediamo più nel dettaglio le due tecniche.

Leggi anche: Acido ialuronico per le labbra: tutto quello che devi sapere su questo trattamento

Estrazione naturale di acido ialuronico

L’estrazione di acido ialuronico da una fonte naturale viene effettuata utilizzando tecniche di estrazione enzimatica. In questo processo, gli enzimi vengono utilizzati per scindere l’acido ialuronico dalle altre proteine presenti nel tessuto, generalmente rappresentato dalle già citate creste di gallo oppure da tessuto connettivo bovino.

Il grande limite di questa tecnica, oltre alle contaminazioni, è la difficoltà di standardizzazione del peso molecolare. Ecco perché oggigiorno si preferiscono tecniche di sintesi differente, come la fermentazione batterica.

Acido Ialuronico ottenuto tramite fermentazione batterica | Ialuronico Milano

Produzione di acido ialuronico tramite fermentazione batterica

La produzione sintetica dell’acido ialuronico può contare su innovative ed avanzate tecnologie di biofermentazione batterica. In questo processo, i batteri, in genere Gram+ come gli Streptococchi, o Gram- come la Pasteurella multocida. I batteri vengono rivestiti da una speciale capsula mucoide, composta proprio da acido ialuronico.

Questo metodo permette di ottenere grandi quantità di acido ialuronico puro e di controllarne le caratteristiche e la qualità. Il peso molecolare è un parametro molto importante da poter gestire durante le fasi di sintesi, in quanto due composti di peso molecolare differente possono avere un effetto persino opposto sulla zona trattata.

Perché è importante conoscere la modalità di produzione del composto?

Quando ci si sottopone a un trattamento di medicina estetica con acido ialuronico, ma anche se vi entriamo in contatto in altre circostanze, magari per una infiltrazione ortopedica o se assumiamo integratori, è importante che ci informiamo sulla provenienza e sulle modalità di preparazione dell’acido ialuronico.

Nel caso degli integratori orali, ad esempio, potrebbe esserci il rischio di trovare prodotti che contengono acido ialuronico di bassa qualità, estratto da cartilagini di pollo idrolizzate. Se possibile, sarebbe meglio prediligere composti che rispondano a più elevati standard qualitativi, come quelli ricavati dalla biofermentazione batterica.

A maggior ragione se il preparato ci dovrà essere iniettato durante un filler! Quello che conta, comunque, è affidarsi sempre a specialisti di fiducia. Un medico esperto sa scegliere i trattamenti e i componenti corretti e più indicati per ogni paziente, senza rischi per la salute e con la garanzia di ottenere i risultati migliori e duraturi nel tempo.